Un indumento … atomico!
Correva l’ anno 1946: da poco meno di un anno si era conclusa la Seconda Guerra Mondiale quando lo stilista francese Louis Réard lanciò la sua bomba personale: un ridottissimo due pezzi, che avrebbe avuto a tutti gli effetti una reazione a dire poco esplosiva sulla società.
Fu proprio per questo che il suo creatore volle dargli lo stesso nome dell’atollo posto nell’ Oceano Pacifico che quello stesso anno era diventato poligono per i test nucleari americani: Bikini.
Con l’ invenzione del bikini si concludeva un percorso iniziato a metà del Settecento quando i primi bagnanti iniziarono a scoprire le gioie della villeggiatura al mare. Nulla di paragonabile a oggi: non ci si andava certo per prendersi un po’ di tintarella; abbronzarsi era considerato plebeo. La pelle scura infatti era tipica di contadini, pescatori e tutti quei lavoratori costretti a lunghe ore di esposizione ai raggi solari. Una carnagione candida, viceversa, era segno di signorilità.
Quando i primi privilegiati in grado di permettersi lunghi periodi di ozio iniziarono a immergere timidamente i loro piedi nelle acque dei mari o dei laghi, si dovette pensare a un abbigliamento appropriato.
I primi costumi da bagno andarono così a coprire quasi interamente il corpo, lasciando esposti solo piedi, mani e volto.
Ovviamente, per le signore furono previste particolari gonne da bagno, fatte di tessuti che, una volta imbevuti di acqua, non divenissero trasparenti. Addirittura, gli abiti venivano appesantiti sui bordi affinché non si alzassero in acqua scoprendo le gambe.
Malgrado tante accortezze, in molti ritenevano che il comune senso del pudore non venisse abbastanza tutelato; pertanto, con il diffondersi del turismo di massa, cominciarono a proliferare i bagni divisi per signori e signore.
Le dimensioni dei costumi da bagno restarono pressoché inalterate per quasi un secolo e mezzo, perdendo al più qualche centimetro, ma con estrema lentezza.
Pensate che nel 1907, la nuotatrice australiana Annette Kellerman durante uno dei suoi spettacoli di nuoto sincronizzato negli Stati Uniti, venne arrestata perché aveva braccia, gambe e collo scoperti!
Ma questo fu l’ultimo sussulto di un Ottocento retrogrado e moralista che tardava ad andare in archivio.
La Seconda Guerra Mondiale portò uno sconvolgimento che scosse alle fondamenta le società occidentali; anche gli ultimi Paesi in cui il voto alle donne era stato interdetto introdussero finalmente il suffragio universale.
Le donne di buona parte del mondo iniziarono ad acquisire una maggiore consapevolezza del propio ruolo, insieme ad un’ irrefrenabile voglia di indipendenza. Volendo concedersi un ovvio gioco di parole potremmo affermare che, così come velocemente mutarono usi e costumi, altrettanto velocemente cambiarono … quelli da bagno!
Il 5 luglio del 1946 il sarto Louis Réard, riprendendo l’idea del connazionale Heim, presentò a Parigi, presso la piscina Molitor, il suo modello di due pezzi, con reggiseno e slip ridotti ormai a due microscopici pezzi di cotone; un costume da bagno, destinato a cambiare, radicalmente e per sempre, la moda estiva femminile.
Per rimarcare l’effetto dirompente del due pezzi, si rifece alle due bombe all’idrogeno testate dagli Stati Uniti sull’atollo di Bikini, nelle Isole Marshall.
Réard faticò non poco a trovare una modella disponibile ad indossare quel due pezzi ma poi trovò Michelle Bernardini.
Una strada tutta in salita che però, a partire dagli anni Cinquanta, non incontrò piu molte difficoltà: le grandi star del cinema come Brigitte Bardot ed i concorsi di bellezza contribuirono velocemente e con successo alla diffusione di massa del bikini. In Italia le prime che osarono indossarlo furono le attrici Gina Lollobrigida,Sylva Koscina e Silvana Pampanini.
A poco servì anche l’ ordinanza emessa dall’allora Ministro degli Interni, onorevole Mario Scelba, il quale ordinò che poliziotti in divisa, muniti di metro da sarto, battessero le spiagge italiane per controllare che l’altezza delle mutandine delle bagnanti fosse regolamentari.
Nonostante le multe, da allora molte donne non intesero più rinunciare ad indossare un Bikini… orgogliose ed incuranti di quanti pochi centimetri del proprio corpo venissero coperti da quei due pezzetti di cotone!