In giro per Firenze,Le vostre storie

Via Pellicceria

Della serie… In giro per ⚜️ Firenze…Via Pellicceria.

Via Pellicceria è una strada del centro storico di Firenze, che va dalla piazza di Parte Guelfa, angolo vicolo del Panico, alla piazza della Repubblica. Lungo il tracciato si innestano: via Val di Lamona, via Porta Rossa, via de’ Lamberti, via San Miniato tra le Torri e via degli Anselmi.
Nomi precedenti: Via dei Pellicciai
Intersezioni: Via Val di Lamona, via Porta Rossa, via de’ Lamberti, via San Miniato tra le Torri, via degli Anselmi.

 La denominazione (che nel parlato è talvolta semplicemente detta “Pellicceria” con esclusione del termine via) trae origine dal fatto che qui furono almeno fino al XVI secolo le botteghe dell’Arte dei Vaiai e Pellicciai, come testimonia anche la variante del nome di via dei Pellicciai. Più lunga e più stretta della strada attuale, la strada partiva, nel Medioevo, dalla chiesa di San Biagio, nell’attuale piazza di Parte Guelfa, e giungeva alla chiesa di San Pier Buonconsiglio, che si trovava dove attualmente si trova l’Arcone di piazza della Repubblica.

Vi erano case e torri le più antiche famiglie fiorentine, quali gli Strozzi, i Tornabuoni, i Pilli, i Malegonnelle. Vi avevano inoltre sede l‘Arte dei Medici e degli Speziali e l’Arte degli Oliandoli e Pizzicagnoli, ed era piena di botteghe di ramai (venditori di stoviglie di rame), di linaioli, di fornai, di tralicciai (venditori di tela grossa da materassi) e soprattutto di vaiai e pellicciai”, almeno fino al XVI secolo, quando lasciarono il posto soprattutto a botteghe di lanaioli.

Per quanto il tracciato e la denominazione siano antichi la via fu del tutto riconfigurata in occasione dell’intervento di ‘risanamento’ dell’area del Mercato Vecchio (1885-1895) che qui vide costruire, a fianco di casamenti e palazzi ‘signorili’, il grande complesso delle Poste e Telegrafi (1905-1917). In quell’occasione la strada venne anche notevolmente accorciata, poiché arrivava originariamente all’incrocio con via dei Ferrivecchi (via Strozzi), in favore della nuova piazza, allargata.

Il Palazzo delle Poste caratterizza la maggior parte del tracciato della strada, anche e soprattutto per la presenza di un porticato (elemento decisamente raro nel contesto urbano fiorentino) che protegge e favorisce il passaggio dei pedoni e che prosegue, tra edifici diversi, fino via de’ Pecori.
Indipendentemente da questo la strada continua ad essere una delle più frequentate del centro storico, sia per la presenza di attività commerciali (in parte sotto forma di banchi e chioschi allestiti sotto il loggiato) sia per il suo essere arteria di collegamento tra la zona del Mercato Nuovo, piazza della Repubblica e piazza Duomo.

La strada iniziava da via Porta Rossa tra case appartenute alla Parte Guelfa, ai De’ Nobili (ma prima ai Giandonati) e ai Pilli. A sinistra si apriva dopo poca strada un corto vicolo detto chiasso dei Cosi o dei Persi (nomi di una famiglie) che portava nella piccola piazza o corte dell’Abbaco, dal nome della famiglia di Paolo dell’Abbaco che ebbe qui le case. Il nome originario di questa famiglia era Ficozzi, ma venne cambiato per gli studi matematici del suo più illustre esponente. Al tempo delle demolizioni qui si trovava una bottega di battiloro.

Poco più avanti su questo stesso lato si trovavano i resti di due torri dei Pilli, che stavano ai lati del vicolo variamente detto dei Pilli o degli Erri. Quest’ultimo nome non va confuso con il chiasso degli Erri o dei Ricchi che invece collegava sul lato ovest dell’isolato via Porta Rossa con San Miniato fra le Torri. Dal vicolo dei Pilli si entrava in un’altra piazzetta, detta della Loggia dei Pilli o, ancora, degli Erri o degli Scarlatti (tutti nomi di famiglie). Qui si trovavano i resti della loggia dei Pilli, con visibile ancora un pilastro con lo stemma di vaio della famiglia nel capitello (dalla loggia), a cui sembra riferirsi Dante nel sedicesimo Canto del Paradiso, v. 103 («Grand’era già la colonna del vaio»). Durante le demolizioni vennero trovati nella muratura un totale di tre pilastri ottagonali, che oggi sono murati nel cortile del Granaio del Museo di San Marco (uno solo ha il capitello araldico, degli altri due hanno degli scudi lisci), e uno stemma in pietraforte che era murato sopra le arcate (ora nei depositi del lapidario dello stesso museo).

Tra la piazza dei Pilli/Erri e quella dell’Abbaco esisteva poi l’antico mangano medievale dell’Arte della Lana, usato per il finissaggio delle pezze.
Sul lato opposto della strada si apriva invece la piazza del Monte di Pietà dei Pilli, corrispondente oggi a via dei Lamberti. Essa doveva il nome al Monte di Pietà dei Pilli. Si costeggiava poi a destra il dado dei Lamberti, sede di Arti e magistrature fin dal XIV secolo. All’incrocio con via di San Miniato fra le Torri (della quale oggi resta solo il tratto ocrientale) si vedevano i resti di una torre degli Strozzi, già appartenuta ai Cipriani, e sull’angolo opposto di una dei Becci, già dei Catellini da Castiglione, questi ultimi proprietari anche del vicino palazzo ancora esistente.

Si incontravano poi numerose botteghe, alcune nelle case già dei Malegonnelle e dei Sassetti (lato ovest) e il vicolo deli Amieri che portava in piazza degli Amieri (lato est). Da qui la via sbucava in piazza del Mercato Vecchio, lasciandosi a sinistra un lato della chiesa di San Pier Buonconsiglio in angolo con via tra’ Ferravecchi (via degli Strozzi).

Edifici principali

Palazzo dei Portici: un edificio civile del centro storico di Firenze, situato tra via Pellicceria 1.

Casa dell’Accademia della Crusca.

Casa Santucci.

Il Palazzo delle Poste e Telegrafi.

Palazzo Guarducci.

Lapidi

Al 2, la lapide che ricorda la prima sede dell’Accademia della Crusca:
GLI ACCADEMICI DELLA CRUSCA QUI DAL MDXC AL MDCXII COMPILARONO IL PRIMO VOCABOLARIO DELLA LINGUA D’ITALIA IL MUNICIPIO DI FIRENZE PONEVA CON DELIB. DEL XXVII DIC. MDCCCLXXXII

Sul palazzo delle Poste, sulla facciata della sezione che si occupava delle nuove linee telefoniche, si trova una lapide ad Antonio Meucci, inventore del telefono:
ANTONIO MEVCCI INVENTORE DEL TELEFONO MORÌ NEL MDCCCLXXXIX IN TERRA STRANIERA POVERO E DEFRAVDATO DE’ SVOI DIRITTI **L’ITALIA DI VITTORIO
VENETO E LA SVA FIRENZE NE RIVENDICANO CON MATERNOORGOGLIO LA GLORIA** L’ASSOCIAZIONE ITALIANA PER IL CVLTO DELLE MEMORIE NAZIONALI POSE IL XV GIVGNO MCMXXIV**


Sempre sul palazzo delle Poste, ell’esterno del portico, si trova il monumento di Giulio Passaglia (1923), in memoria di Vittorio Locchi caduto a Matapan e degli altri caduti tra i postelegrafonici nella prima guerra mondiale, sotto al quale ci sono quattro riquadri bronzei: il primo e il terzo riportano l’elenco di nomi, il secondo l’iscrizione:
NEL NOME GLORIOSO DI VITTORIO LOCCHI POETA E MARTIRE DELLA NUOVA ITALIA
SI ASSOMMANO E SVBLIMANO COME NELLA VETTA SUPREMA LE PENDICI DELLA MONTAGNA LE VIRTV’ CIVILI E MILITARI DI TUTTI I POSTELEGRAFONICI DELLA PROVINCIA IMMOLATISI PER LA GRANDEZZA DELLA PATRIA NELLA GVERRA DI REDENZIONE NAZIONALE 1915-1918 FIRENZE ORGOGLIOSA E RICONOSCENTE
NELL’OTTAVO ANNIVERSARIO DELLA STORICA DATA 24 MAGGIO 1915 NE CONSACRA I NOMI VENERATI ALLA POSTERITA’ DIEGO GAROGLIO

A queste lapidi venne aggiunta una quarta nel 1958, in memoria dei caduti della seconda guerra mondiale, che richiese il rifacimento della cornice e il suo riposizionamento.
I POSTELEGRAFONICI FIORENTINI AUSPICE LA PROPRIA SEZIONE EX-COMBATTENTI
VOLLERO QUI INCISI NEL BRONZO I NOMI DEI COLLEGHI DI FIRENZE E PROVINCIA
CADUTI PER LA PATRIA NELLA GUERRA 1940-45 FIRENZE 4 NOVEMBRE 1958.

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Andrea Giovanni Iacopini

Andrea giovanni Iacopini nasce a firenze nel 1955. Geometra con la passione per le storie fiorentine è amante degli animali, della musica anni 70/80, di cinema e della squadra Viola. Si definisce un ottimista per natura.

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mario morozzi

una ottima spiegazione di ciò che era e ciò che è oggi nel centro di firenze.

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