La vita canta,Le vostre storie

Che Meraviglia

Da poco tempo ho cambiato casa e entrando in questa nuova, noto le tante mensole che l’abitano.

In un angolo nascosto una piccola, mensola fa la sua comparsa ai miei occhi ma non solo lei, sopra maldestramente appoggiata noto una cornice arrugginita con dentro una foto. È ingiallita, un po’ scucita con bordi consumati dal tempo ma ben chiara appare la foto di una scatola di latta, con sopra dipinte tante immagini.

La scatola ad occhio e croce datava un po’ di anni rimandando tanta dolcezza, i colori erano smunti, ma l’immagini erano vive. 

Da qualsiasi parte l’osservassi vedevo storie, volti, paesaggi ancora vivi nella loro non oscurata bellezza.

Il tempo se pur trascorso aveva conservato bene le immagini che la dipingevano. Ecco una bella Signora elegantissima con una bambina che ci riportano a un Natale per loro felice, fra le mani del vischio mentre un paesaggio di neve le circonda.

Noto che la scatola può essere aperta, una piccola chiave arrugginita fa capolino rendendo il tutto magico, come l’espressione del Natale stesso.

Poi in basso un paffuto vecchietto con un sacco sulle spalle, racconta di un Babbo Natale mentre un fanciullo a lui vicino, gioca con la neve.

Provai a girare la cornice e riuscì a intravedere due fanciulle che con un coloratissimo ombrello, si riparavano dai fiochi di neve.

Da dove viene questa cornice? Da quale tempo trascorso mi viene incontro?

Percepisco una storia lontana, viva esultante e felice. Scopro con sorpresache in basso a destra c’è una firma, la carta ingiallita e scucita non mi rese possibile leggere subito il nome.

Poco dopo riuscì a leggerlo , mentre il mio volto si copriva di copiosi lacrimoni. Margherita Del Re!

Era la firma di mia madre.

 Colta dall’emozione, portai alle labbra la “vecchia cornice” e la baciai, era incisa una data:1930.

Trasportata in altri tempi che raccontano, parlano di storie che non so narrare ma la loro bellezza è tangibile, avrei voluto sapere di più, avrei voluto trovare un senso a questa scoperta, forse una scatola dimenticata da mio fratello dal momento che l’appartamento che abito è suo ma, c’era altro che comunicava, i sensi non sempre ingannano sono una preziosa guida mentre dal mio essere esce una sola parola: CHE MERAVIGLIA

Mamma non mi hai insegnato e dato niente, ti ho protetta e mi sono protetta, mi hai lasciato solo una grande sete di amore. Oggi sento chericambi e custodisci in questa foto la tua firma, per me, solo per me. La tua firma! L’ho sempre amata mi faceva tanto fantasticare. Sai, avrei voluto esserci quando eri l’artigiana più conosciuta in Firenze, restauratrice di arazzi e tappetti, la tua mano aveva riparato anche alcuni arazzi del salone del cinquecento. Stare poi con te, alle asteper valutare i mobili di un tempo, che orgoglio, che forza risento nel ricordarti cosi.

Poco dopo un timore riverenziale mi accampa nel ritoccare la cornice, c’era una storia, un incontro con una donna che si mi aveva donato la vita, ma che ora tornava a me, forse per sussurrarmi dal suo intimo, che mi aveva sempre amato!    

Immagine di Barbara Drei

                                                                                                 

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Paola Fabbri

Paola Fabbri, lettrice di testi poetici e introspettivi, ha frequentato corsi di teatro e formazioni Steineriana di colori. Nata nel 1951 a Pisa, ha pubblicato libri amatoriali di poesie e racconti. Con “La vita canta” è giunta terza al premioInternazionale Litterae Fiorentinaie. Dice di sé: non è facile dare vita alla mente razionale ma l’anima sa dove andare per cogliere i suoi versi in fiore che sbocciano dal suo sentire come petali di rosa.

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