In giro per Firenze,Le vostre storie

Via del Palazzo del Diavoli

Della serie… In giro per ⚜️Firenze…Via del Palazzo del Diavoli.

Via del Palazzo dei Diavoli è una strada di Firenze, che si trova nella zona dell’Isolotto (Quartiere 4 di Firenze).
Anticamente questa strada poderale era conosciuta come«Via della Querce», dall’omonima villa dei Mannelli. Nel Settecento la strada fu rinominata«Via di Mezzo», mentre nel secolo seguente essa fu incorporata nell’odierna Via Bronzino. Fu solamente negli anni Trenta del secolo scorso che la via assunse l’attuale denominazione, in relazione all’omonimo palagio medioevale.

Storica via d’accesso all’Isolotto, proviene da Monticelli, traversa diagonale a destra di via del Bronzino, arriva in Piazza Batoni riprende dall’altra parte, dove diagonalmente s’inoltra nell’abitato. Taglia Via delle Magnolie dove questa diventa Via Libero Andreotti e va a terminare all’incrocio tra Via Sernesi Via Cassioli e Via Cecioni, in prossimità di Via Canova.

Dalla Carta topografica dei Contorni di Firenze di Federigo Fantozzi (1840) notiamo che dalla parte di ponente della città partivano due strade all’altezza del Ponte Sospeso: la via Pisana e l’attuale Via Bronzino. Due strade che attraversavano, in modo sinuoso, la pianura. Anticamente la via era conosciuta come Via della Querce, dall’omonima casa da signore dei Mannelli. Nel XVIII secolo la strada fu rinominata Via di Mezzo e nel secolo seguente fu incorporata con l’attuale via Bronzino. Solamente negli anni trenta assunse l’attuale nome. Nel 1951, con il nuovo piano regolatore, furono costruite nuove abitazioni.

Lista parziale degli edifici presenti e scomparsi nella via in ordine cronologico:

 

– Il cosiddetto Palazzo dei Diavoli (numero civico 30):

un massiccio fortilizio in arenaria, venne costruito tra i secoli XIII e XIV dagli Alberti e rimasto, di loro proprietà fino al tardo XVI secolo.
Circa l’origine del suo bizzarro nome, secondo l’interpretazione proposta da Bargellini, sono state formulate due ipotesi: la prima collegata all’aspetto severo della«nuda muraglia». Per Beatrice Rossi, la facciata del palagio degli Alberti ricorda quella di «una casa finita in fretta».
Inoltre, non dimentichiamoci che il palagio degli Alberti sorgeva in un’area malsana e poco sicura, lontana dalle più importanti arterie della Firenze medioevale. Tutte queste caratteristiche devono aver sicuramente alimentato l’aura di mistero che aleggiava intorno al maniero fiorentino.
La secondo ipotesi, invece, ha a che fare con la sfera prettamente politica dei proprietari dell’immobile storico: gli Alberti, infatti, erano Ghibellini, in contrasto quindi con la politica papale.
Altre fonti raccontano di riti satanici organizzati dai padroni di casa. Per esorcizzare la zona, proseguono tali fonti, gli abitanti avrebbero eretto tra le vie del Palazzo dei Diavoli e dei Mortuli un tabernacolo (affrescato dal cosiddetto Maestro di Signa intorno alla metà del XV secolo), tabernacolo smantellato all’inizio degli anni Settanta del secolo scorso. Gli affreschi del Maestro di Signa sono oggi conservati in un altro tabernacolo, quest’ultimo situato nei pressi della villa dei Mannelli.
Il Palazzo nella prima metà del XIX secolo, dopo vari passaggi di proprietà, pervenne ai Franceschi (proprietari dell’omonima villa scandiccese) e venne da questi ridotto a casa colonica. Inoltre, alcune dicerie locali, tramandano che la fortezza degli Alberti sia stata la residenza del grande artista Bronzino.
Fu acquistato dagli eredi di Albertaccio degli Alberti nel 1427 e rimase di loro proprietà fino alla fine del XVI secolo.

Villa Bonsi (numero civico 54):

già dei Mannelli, il cui stemma è visibile sul portone in pietra serena, nel 1624 fu acquistata dai Susini; nel 1651 la comprarono i Baldesi e nel 1674 passò ai Buccetti. Nel catasto leopoldino la villa (mappale 620), una casa colonica con l’aia (mappale 621), l’orto e il terreno “lavorativo vitato” sono di proprietà di Lorenzo Bonsi Buccetti.

Palagio o Le Corti (al numero civico 59):

Si tratta di un edificio costruito ai primi del XIV secolo per la famiglia Sapiti. Nel XVI secolo passò ai Ruspoli e nel 1648 entrò a far parte del patrimonio dei Tolomei-Gucci. Nel catasto leopoldino risulta di proprietà di Neri Tolomei Biffi Gucci ed è composta da case (mappali 648-649), corte (mappale 650) e terreno “lavorativo vitato” (mappali 647-651-652-653-654). Oggi ospita una Casa dello studente.

– Oratorio di Santa Maria della Querce (via Palazzo dei Diavoli, 65): Fu edificata negli anni 1460 dai Mannelli. Nel catasto leopoldino la cappella è intestata ai Mannelli-Galilei. Venne restaurata nel 1898 per conto degli Antinori.

Villa Guglielmi: risultava di proprietà di Marco Guglielmi e comprende una casa colonica (mappale 510), la casa (mappale 511), il giardino e il terreno lavorativo (mappali 508 e 509)

– Villa Silvestri: al catasto del 1832 apparteneva a Luigi Silvestri.

Casa da lavoratore delle monache di S.Piero (scomparsa, si trovava nell’area dell’attuale piazza Pompeo Batoni): una casa colonica che nel 1896 portava il nome di Podere Mortuli.

Proprietà Pancatichi Ximenes: via Torcicoda, lato sud: casa colonica.

Villa delle Corti o della Quercia o del Boschetto a Legnaia : scomparsa, era di proprietà dei Gucci-Tolomei, al suo interno era conservato un polittico raffigurante la Vergine col Bambino tra Angeli, Santi e Virtù, opera di Tommaso di Stefano detto Giottino, seguace del grande Giotto.

– Podere del Chiosso (attuale via Liberale da Verona), originariamente il podere lo possedette il monastero di Santa Felicita, per poi essere acquistato da Gaetano Chiari. Non più esistente.

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Andrea Giovanni Iacopini

Andrea giovanni Iacopini nasce a firenze nel 1955. Geometra con la passione per le storie fiorentine è amante degli animali, della musica anni 70/80, di cinema e della squadra Viola. Si definisce un ottimista per natura.

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Gloria Farolfi

Bravo! Una spiegazione chiara, facile da leggere e da capire…

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