Dirò tutto a Dio
No, non è un libro da leggere ma un messaggio che gira sui social che ha molto catturato la mia attenzione e straziato il cuore.
“Quando morirò dirò tutto a Dio” è un post, con un contenuto e una foto di un bambino, che grida il suo dolore.
È la tenerezza che fa da padrona e dal suo gridare immerge il mio cuore d’amore.
È un po’ come quando da piccoli a scuola, di fronte ai soprusi di altri bambini, dicevamo: “Lo dico al mio babbo”.
Il piccolo continua a parlare e piangendo afferma: “Gli dirò che mi manca il mio papa e che sento freddo in questa stanza”.
Come non provare affetto, tenerezza e aver voglia di stringerlo a me in un abbraccio consolatorio, protettivo, rispetto a questa guerra, dove lui racconterà si, tutto a Dio. Il grande onnipotente padre che “amico” dei bambini non come questi idioti, travestiti da assassini. Continua parlando così: “Dove hai messo la mia mamma, maledetta guerra, ora vi saluto e vado a dire tutto a Dio!”
I brividi mi percorrono la schiena, la voglia di gridare mi chiude la gola mentre il pianto bagna, il mio volto. Il desiderio di chiamarlo a me è forte, sono una mamma una donna che non sopporta vederlo così.
“Sì, dillo al tuo Dio, lui si arrabbierà con tutti quelli che ti fanno del male e, nel suo infinito amore, ti solleverà fra il vento e le nuvole per farti giocare e fra le stelle ti farà contare”. Viene voglia di parlargli, asciugargli le lacrime e soffiargli il nasino.
Scrive Dostoevskij: “Il cielo era stellato tanto che dopo averlo contemplato, ci si chiedeva se sotto a questo cielo così, potessero vivere uomini senza pace”
Sì, cucciolo mio, sei entrato nel mio cuore, e innalzandoti a lui ti dico: “Vai dal tuo Dio e raccontagli quante persone hai amato, che insieme ai tuoi beni, hanno distrutto e ammazzato!”